
Eremi e Conventi Abbandonati
Provincia di Firenze
Badia del Buonsollazzo - Borgo San Lorenzo (FI)
Fondata nel 1084 su una collina vicino a Bivigliano, in perfetta armonia con il luminoso paesaggio toscano che la circonda, l'abbazia è stata abitata da monaci benedettini e poi trappisti. Il chiostro è quattrocentesco mentre la chiesa, visibile dalla strada, è stata ricostruita nel Settecento. Da molti anni l'intera struttura è abbandonata e inagibile.
Eremo di Gamogna - Marradi (FI)
L'eremo fu fondato da san Pier Damiani nel 1053 per desiderio di Guido IV Guidi[1] e dedicato a San Barnaba, ad uso dei monaci Camaldolesi della sottostante Badia di Acereta o Badia della Valle. Il 14 novembre 1532 l'eremo di Gamogna fu chiuso per mancanza di monaci e trasformato in chiesa parrocchiale. Quando la parrocchia fu soppressa nel secondo dopoguerra per lo spopolamento delle colline, la struttura dell'eremo cadde inesorabilmente in rovina. Nel 1991 iniziarono lavori di restauro grazie principalmente all'opera del sacerdote faentino don Antonio Samorì e di molti volontari. L'attuale chiesa mantiene l'originaria struttura romanica, con una semplice facciata a capanna, un'ampia abside semicircolare con tetto conico rivestito di lastre di ardesia e un campanile a vela. Del complesso monastico rimangono il chiostro, le celle dei monaci, il forno, gli essiccatoi e la stalla.

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La badia di Santa Maria di Bovino (FI)
Chiesa, abbazia, badia, monastero, convento, duomo, cattedrale, basilica, santuario, queste definizioni per me, dotato di innata ignoranza in materia e di scarsa propensione alla conoscenza religiosa non hanno mai, purtroppo, stimolato la mia voglia di sapere.
Questa volta dopo essere uscito indenne dalla bellissima e pericolosissima Badia di Santa Maria a Bovino ho preso l'estrema decisione ed ho cercato di colmare questa lacuna, non che voglia conquistarmi il paradiso ma almeno un posticino tranquillo nelle sue vicinanze spero di essermelo meritato.
Badia, complesso degli edifici e dei territori circostanti gestiti da una comunità monastica, beh direi che ho fatto presto, forse troppo, ad allargare l'orizzonte della mia cultura...
Luogo: Toscana – Tipologia: Chiesa – Anno di costruzione: cr.1050 – Anno di abbandono: cr.1990 – Stato attuale: Instabile, estremamente pericolosa
Provincia di Arezzo
Convento o Monastero di Sargiano (AR)
Il convento o monastero di Sargiano è un convento dei Frati Minori della Toscana[1]. L'edificio ha annessa la chiesa di San Giovanni Battista. Nel 1993 il convento è stato abbandonato dai Frati Minori per mancanza di religiosi dell'Ordine. Dal 1996 al 1998 è stato affidato all'Associazione dei Missionari "Identes"[2]. A seguito della legge per gli interventi sugli edifici storici per il Giubileo dell'anno 2000[3], l'edificio è stato rinominato "Monastero di Sargiano"[4]. Dal 1º aprile 1999 l'edificio e i rapporti con gli enti pubblici per il Bosco di Sargiano sono stati affidati dall'Ordine dei frati minori alla Onlus "Centro dell'Uomo
Cerca su Maps: Convento di Sargiano, 52100 Arezzo AR
Provincia di Livorno
Eremo Santa Maria alla Sambuca - Collesalvetti (LI)
L'eremo di Santa Maria alla Sambuca è un eremo in località Sambuca, nel comune di Collesalvetti, all'interno delle Colline livornesi, a circa 175 msl, in una solcatura valliva incisa dal torrente Ugione, chiusa a nord dal monte Corbolone, ad ovest dalla Poggia, a est da Parrana e a sud dalla valle Benedetta. Proprio dalla particolare collocazione e dalla presenza dei religiosi deriva il nome di Sambuca, cioè "buca santa". L'edificio si trova al centro di una zona di grande suggestione per la vastità ed integrità dei boschi, per la quiete solenne e per le condizioni mesoclimatiche favorevoli.
La chiesa è a una sola navata, con abside semicircolare e volte a crociera impostate su semipilastri addossati alle pareti. L'arredo consta unicamente di un altare a mensa che precede il vano absidale. Degli affreschi che ornavano la chiesa non rimangono che piccoli frammenti e sinopie, che ne lasciano intuire l'originaria ricchezza.
Provincia di Pisa
Eremo di Spelonca (PI)
L'Eremo di Spelonca: Tra il monte di San Giuliano e il monte Cupola sulle pendici di quest'ultimo e nelle adiacenze del confine provinciale tra Lucca e Pisa, vicino al passo di Croce, ove transitava l'antica via di comunicazione tra queste due città, si trova l'antico eremo della Spelonca (detto anche di S. Giorgio), che può essere raggiunto a piedi dal passo stesso. Fù fondato nel 1190 dagli eremiti neri ( dai preti Honestus e Dulcis) i quali non erano veri e propri eremiti (eremos=solo) dediti solo alla meditazione, difatti erano gruppi di monaci che vivevano insieme in povertà in luoghi isolati e si dedicavano all'assistenza religiosa della gente della zona che non riusciva a raggiungere le chiese.
Provincia di Siena
Abbazia di Santa Maria Assunta a Conèo (SI)
Abbazia di Santa Maria Assunta a Conèo. Sorge in posizione isolata ed è una delle chiese più belle e meglio conservate e forse anche meno conosciute del territorio valdelsano. Venne fondata intorno all'anno 1000 e subito adottò la regola benedettina. L'architettura riprende elementi derivati dall'arte monastico-borgognona (semicolonne pensili della facciata), forse dovute alla vicinanza con la strada Francigena e altri di influsso artistico lombardo, come nel tiburio. E' realizzata interamente in blocchi di bianco travertino.
Sulla destra della facciata, arricchita da arcatelle cieche, rimangono gli avanzi dell'antico chiostro che era situato anteriormente alla chiesa. Ad esso appartengono le due semicolonne sormontate da capitelli: uno è decorato con un uccello dal lungo collo e grande becco, inserito tra due foglie di palma stilizzate, l'altro da due figure umane, una maschile e una femminile (forse Adamo ed Eva) separate da un albero (forse l'albero proibito)
Luogo: Toscana – Tipologia: Chiesa – Anno di costruzione: cr.1000 – Anno di abbandono: nd – Stato attuale: Quasi sempre Chiusa
Provincia di Grosseto
I resti della costruzione, iniziata verso il 1000 dai benedettini e terminata verso la fine del XII secolo, consistono nell'abside, nelle pareti orientali del transetto e negli archi che sostengono la cupola con i pennacchi da cui si sviluppava la calotta ottagonale e si imposta ancora la base del tiburio. I capitelli dei semipilastri, decorati con fogliami e teste antropomorfe, sono stati avvicinati a quelli di San Rabano nella comune derivazione di modelli d'Oltralpe. L'abside ha una decorazione ad archetti pensili divisi per coppie da esili semicolonne. La cortina muraria esterna è in grossi conci di travertino squadrati.
In Località "Boschetto", a Castiglione della Pescaia, ci sono le rovine di un antico e austero convento. Si tratta di una Chiesa di impianto romanico a navata unica con un altare secentesco, purtroppo non ben conservato, ma pur sempre testimone di antiche memorie.
Nella parte del convento si distinguono le celle dei monaci, parte del chiostro e una torre del '700.
Questo eremo che sorge immerso nella vegetazione, è legato alla storia di San Guglielmo un nobile guerriero che si convertì al cristianesimo dopo aver condotto una vita peccaminosa e dissoluta. Dal Romitorio, sito vicino a Buriano, si spostò a Castiglione della Pescaia, per dedicarsi alla preghiera e alla penitenza, dove rimase fino alla sua morte.
L'Eremo di Poggio Conte è uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della Tuscia. Si trova in un luogo solitario e selvaggio, raggiungibile attraverso un sentiero che costeggia il fiume Fiora. La Chiesa è scavata nel tufo ed affascina gli studiosi per la presenza contemporanea di simboli religiosi e pagani. Un luogo misterioso, legato ai Cavalieri Templari ed ai monaci Cattolici, che nasconde suggestioni ed enigmi. L'Eremo di Poggio Conte, anche detto di San Colombano, si trova nell'alto Lazio nel comune di Ischia di Castro. Un luogo assolutamente da non perdere per gli amanti del mistero. L'Eremo risale al 1027 ed è totalmente realizzato in pietra di tufo. Il luogo dove sorge il romitorio non è casuale, poichè si trova in una zona di confine, tra il territorio pontificio e la Toscana al confine con il Lazio, pochi metri nel Lazio, ma ne vale la pena.